Piccoli e grandi passi per una vita operosa

Consolidate le competenze pratiche per abitare in autonomia, l’obiettivo successivo è quello di un buon svolgimento del proprio lavoro, di una partecipazione positiva alla vita sociale e comunitaria
del territorio. Ecco alcune delle modalità personalizzate promosse da La Rete per sostenere i percorsi di vita autonoma delle persone con disabilità. Articolo pubblicato sulla rivista Cooperazione tra consumatori.

Una degli obiettivi del quarto bando di etika riguarda la vita operosa e il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità nella comunità. Il percorso di vita indipendente proposto dalla cooperativa sociale offre, infatti, interventi differenziati per le persone con disabilità volti al raggiungimento di tutte quelle competenze necessarie per poter svolgere un impiego e partecipare alla vita sociale e comunitaria del territorio.

I sei protagonisti del progetto finanziato da etika da anni frequentano i percorsi dedicati all’abitare di La Rete. Cinque di loro hanno un’età compresa tra i 40 e i 50 anni e nel tempo hanno raggiunto un buon livello di autonomia grazie ai percorsi di vivere inclusivo. P., invece, il più giovane del gruppo, ha una disabilità complessa che richiede maggiori interventi di supporto: per lui si è costruito un progetto dedicato che prevede una presenza costante di figure che lo accompagnino nello svolgimento delle attività quotidiane e di cura di sé.

“Molti di loro svolgono un lavoro da diversi anni, altri, invece, seguono le attività diurne della cooperativa” spiega Francesca Sacchetti, responsabile dell’area abitare inclusivo della cooperativa. “La sfida di questo progetto non riguarda più il consolidamento di competenze pratiche per vivere in autonomia” aggiunge Sacchetti “loro hanno già una vita indipendente e vivono a casa propria”.   “L’obiettivo di questo percorso è accompagnare il gruppo rispetto al loro essere lavoratori e cittadini attivi nella comunità. “

Perché è importante supportare le persone con disabilità nel loro percorso di operosità?

I cinque adulti del progetto sono molto autonomi e hanno piena cura della loro abitazione. Gli operatori della cooperativa svolgono un ruolo di monitoraggio e di supporto educativo. E proprio durante gli incontri di confronto che gli educatori si sono accorti della necessita di questi adulti di essere supportati nel loro percorso di vita operosa. Non è facile mantenere un ritmo produttivo costante e gestire le dinamiche dell’ambiente lavorativo. I momenti di crisi e di difficoltà nel proseguire le mansioni non mancano, ma avere modelli di supporto e di comprensione facilita sicuramente il rapporto lavoratore – datore di lavoro – cliente. Così gli educatori, in condivisione con i diversi referenti aziendali, hanno sviluppato un piano strategico di intervento per favorire il benessere collettivo e contenere le situazioni di criticità. L’interazione con la persona con disabilità richiede cura, ascolto attivo e flessibilità per promuovere il potenziale professionale e aumentare la fiducia nelle proprie competenze.

Quali altri aspetti bisogna valutare in una progettualità di vita indipendente?

Nei processi di accompagnamento delle persone con disabilità verso l’autonomia abitativa è emersa anche la necessità di supporto nella progettazione del tempo libero e nel favorire la scelta. L’organizzazione e l’autogestione del tempo libero non è spontanea e immediata per chi ha fragilità e bisogno di supporto costante. Così gli educatori della cooperativa hanno iniziato a co-costruire insieme alle persone con disabilità attività ricreative volte a stimolare i loro interessi. Il lavoro di co-progettazione serve anche per evitare che la vita indipendente si trasformi in isolamento e solitudine. Nel corso degli anni, alcuni adulti con disabilità hanno manifestato passioni verso lo sport, la natura e le attività diurne della cooperativa, tanto da diventare loro stessi promotori e organizzatori di momenti di svago: una pedalata in bicicletta o una passeggiata in montagna sono sempre una buona occasione per staccare dalla quotidianità e fare nuove amicizie.

Di cosa si occupa la cooperativa?

La Rete è nata nel 1988 per supportare i bisogni delle persone con disabilità, delle famiglie e della comunità. Dal 2005, con il progetto “Prove di Volo”, la cooperativa ha introdotto il tema dell’abitare per rispondere alle esigenze delle famiglie in merito al futuro dei propri figli con disabilità. La Rete ha poi un’area denominata RETI TERRITORIALI che offre circa 30 attività settimanali, tra cui un progetto di agricoltura sociale, trekking, sport, uscite in piscine, teatro, oltre che dei gruppi serali per favorire relazioni amicali e supportare il tempo libero.  Le persone con disabilità non sono solo portatori di bisogni, ma anche risorse importanti per la società, capaci di intervenire in modo significativo in situazioni di difficoltà. Un esempio è il gruppo “Custodi di comunità” dove persone con disabilità seguiti dagli educatori della cooperativa promuovono il benessere delle persone e curano gli spazi verdi della comunità, assumendo un ruolo di cittadini attivi e partecipi all’interno del proprio territorio. Tra le attività svolte anche quello di fare e portare la spesa a persone anziane residenti nella città di Trento.

La cooperativa, inoltre, ha al suo interno un’equipe di assistenti sociali che, in sinergia con le equipe educative, accompagnano la persona con disabilità e la sua famiglia nelle scelte e nell’impostazione progettuale costruita per ciascuno. Quando una famiglia si affida ai servizi della cooperativa nascono dinamiche e legami molto intimi.

Questo impegno, che richiede cura, ascolto e mediazione, è di supporto alle famiglie nella gestione delle complessità e favorisce l’avvio di esperienze di abitare sociale, di integrazione delle persone con disabilità nelle loro comunità.